Pechino, Guangzhou, Shanghai, Tianjin e Chongqing si qualificano come città di primo livello su tutti i parametri: PIL, popolazione e politica.

Le città di primo livello sono grandi metropoli urbane, densamente popolate e che esercitano un’enorme influenza economica, culturale e politica in tutta la Cina. I loro abitanti possono vantare un reddito più alto, quindi una maggiore disponibilità di spesa e una più sofisticata attenzione per i nuovi prodotti.

Anche per questo, le città di primo livello rappresentano un vero e proprio status, un punto di riferimento che le città di livelli inferiori tendono a imitare nei comportamenti e nei trend.
Ecco perché attirano molta attenzione da parte delle imprese straniere: conquistare questo target significa entrare in un mercato ricco e ispirare anche altre aree del Paese.

La regola vale anche e soprattutto per il consumo di vino importato, che registra quote decisamente più alte proprio nelle città di primo livello. In queste aree, il consumatore vanta una maggiore conoscenza del vino, anche grazie alla presenza dei wine bar e di circoli che rendono il vino sempre più integrato nelle abitudini dei cittadini. Più il consumatore diventa curioso ed esigente, più i distributori si dimostrano professionali e interessati ad offrire prodotti di qualità, con prezzi spesso più ragionevoli.

Il mercato del vino importato nelle città di primo livello è quindi più concorrenziale, ma anche più saturo. In termini di quote di mercato dei vini importati, troviamo al primo posto la Francia, seguita da Australia e, con notevole distacco, Cile, Spagna e Italia.

In termini di prezzo, i vini più costosi vengono da Bordeaux, che gonfia il prezzo unitario medio dei vini francesi nel commercio on-trade, mentre il Cabernet Sauvignon della Napa Valley aumenta quello degli Stati Uniti.