La posta del vino italiano. Le donne del vino

Ciao Silvana, sono un’insegnante, quando ho ospiti a cena mi piace offrire del vino. Lo acquisto io e lo scelgo italiano, anche se costoso, perché sono attenta alla qualità. Ti chiedo, in Italia chi sceglie il vino e soprattutto ci sono donne che lavorano nel mondo del vino? Qin


Cara lettrice, mi confermi quello che ho avuto modo di constatare durante i miei numerosi viaggi in Cina: quando siete voi donne a scegliere un vino, lo acquistate in base alla provenienza e alla qualità. Succede così anche in altri Paesi, in Giappone nell’80 per cento dei casi sono le donne ad acquistare il vino e cosa che mi fa sempre più piacere è constare che sono sempre le donne a preferire l’enoturismo, ovvero, scelgono e programmano un viaggio che abbia come riferimento il mondo del vino, con visite in cantina e degustazioni. Come le capisco! Le aziende vinicole e le relative cantine sono luoghi magici. Casali e ville circondati da magnifici vigneti, in Italia l’elenco di luoghi dove poter anche soggiornare e non solo degustare il vino è lunghissimo, è un’esperienza che lascia il segno. In merito alla tua seconda domanda mi fa piacere che arrivi proprio in occasione della festa della donna che sfrutto come occasione per raccontarvi che in Italia le donne sono sempre più protagoniste del mondo del vino. Sono sempre più consumatrici consapevoli e il loro ruolo, nel settore, è in continua crescita. Sembra proprio che il “rosa” stia dando nuove sfumature ad un mondo fino a qualche decennio fa prerogativa degli uomini. Come tutte le conquiste non vi nascondo che delle battaglie ci sono state, ma la tenacia femminile ha fatto sì che il loro vessillo fosse issato sulla torre più alta. Non lo dico solo io, lo dicono i numeri dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino che riunisce 700 associate e da vent’anni si occupa di promuovere in Italia la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino.  Entro nel dettaglio per farvi capire meglio cosa vuol dire in Italia essere donna nel mondo del vino: in Italia le donne dirigono circa il 36% delle imprese agricole e coltivano quasi 43mila ettari di vigna(Ismea). Il 28% delle imprese agricole con vigneto hanno una conduzione femminile e il 26,5% delle cantine (industriali e agricole). Nel commercio del vino guidano il 24,8% delle imprese al dettaglio e il 12,5% delle imprese all’ingrosso. Questi numeri ci dicono che un mondo un tempo declinato tutto al maschile, oggi sta cambiando. Lentamente, ma con risultati eccellenti. Come raccontano le scelte coraggiose che molte imprenditrici hanno fatto in vigna e in cantina, decidendo di coltivare e vinificare vitigni locali sconosciuti, rari e in alcuni casi quasi estinti. Una scelta spesso controcorrente, ma che ora li gratifica, come possiamo vedere nella cantina “Castello di Sonnino”. Sono in crescita le donne anche nei settori delle comunicazione, della critica enogastronomica e della ristorazione dove lavorano come sommellier. Non è un caso che le tre riviste USA più importanti in materia di vino – Wine Spectator, Wine Advocate e Wine Enthusiast – hanno tre donne come editor che assaggiano e giudicano i vini di tutto il mondo, anche quelli italiani. E come consumatrici ti starai chiedendo? Le wine lovers donne sono in crescita sia quantitativa che qualitativa e finalmente abbiamo preso le distanze dai luoghi comuni che vedevano sconveniente il calice di vino in mano femminile in pubblico. Al ristorante la donna dice la sua nella scelta del vino, così come nell’acquisto, come mi dici di fare tu. A tavola le scelte femminili si orientano sui bianchi e in seconda battuta sulle bollicine. Per la consumatrice donna conta il gusto personale e il nome del produttore perché nella stragrande maggioranza dei casi sceglie i brand che conosce. Il messaggio che vi porto in sintesi è questo: il vino in Italia, ma in generale nel mondo, parla sempre di più un linguaggio evoluto e certamente questo rinnovamento è anche merito delle donne, spesso più capaci degli uomini di intuire e registrare i cambiamenti. Un valore in più per il settore, che è uno dei più importanti per l’economia e l’immagine del made in Italy nel mondo, per interpretare, leggere e affrontare il futuro. Cara Q grazie per aver inaugurato questa rubrica con un tema a me caro.

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